Senza voce – Io, vittima di stalking, di Agron Xhanaj, è il libro protagonista di questo numero di “Modalità lettura”

Presentato venerdì 9 giugno, a Vicenza, è Senza voce – Io, vittima di stalking il libro protagonista di questo numero di “Modalità lettura”.
Scritto da Agron Xhanaj, noto avvocato vicentino, e pubblicato da Alter Ego, nella collana Agathoi (2017, 96 pagine, 9,90 euro) il libro è ispirato alla storia di una giovane donna perseguitata e uccisa da uno stalker-omicida a Vicenza, il 5 maggio 2012.
«Chiamatemi semplicemente lei. La mia storia non è solo mia, ormai. È la storia di tante donne che non hanno il coraggio di raccontare. E allora ve la racconto io, questa storia. Un frammento della mia esistenza». La lei alla quale l’autore del libro immagina di dare voce non parte in realtà da questo frammento tagliente, che ha inciso l’ultima croce sul calendario dei suoi giorni, ma nelle prime pagine descrive un’esistenza serena e semplice, vissuta in gran parte in una famiglia di sole donne (una figlia piccola, la madre, le zie) piene di vita, amanti del giorno, della luce, che nell’incontro con gli uomini non hanno avuto molta fortuna, ma di fatto lontane dalla logica perversa dell’“amore che ti meriti”.
L’incontro di lei con il suo carnefice non è stato scevro da presagi: la madre è subito diffidente e la mette in guardia − come fanno i genitori, ottenendo come spesso accade l’effetto opposto a quello desiderato. Già nei primi tempi della relazione tra i due, confusi i segnali di attaccamento e passione con schermaglie da meccanismi di potere e di possesso, ci sono state le avvisaglie del malfunzionamento del rapporto. La supremazia dell’uomo è presto stata messa in crisi da cenni di autonomia da parte della donna, e lui non ha tardato a rivelarsi morboso e violento. Il resto del racconto è una discesa nel tunnel del terrore, dell’annientamento, dove la donna agisce (o meglio non agisce, si limita a reagire come sa, come può, con ansia e forme difensive di passività) come un animale paralizzato dal veleno dell’odio che le inietta quotidianamente il suo “compagno”.
L’uomo inizia a fare largo uso della forza fisica, della persecuzione e delle minacce rivolte non solo a lei, ma a tutte le donne della sua famiglia.
Ai meccanismi della non-reazione, o meglio, della non-denuncia, tenta di dare una spiegazione la seconda parte del libro, che prosegue il racconto a omicidio avvenuto. L’autore qui interviene parlando in prima persona, annunciando i provvedimenti presi dallo Stato a carico del colpevole, affermando con forza che il reato di stalking è l’anticamera del reato di violenza sessuale e dell’omicidio, e avanzando la richiesta che lo Stato persegua i responsabili di questo genere di delitti anche quando la vittima per paura non ha avuto il coraggio di denunciare, consentendo di avvalorare la denuncia formulata da persone che le sono vicine.
A fine novembre 2014, la sua proposta di modifica della legge sullo stalking è stata registrata per essere discussa in Parlamento, e nelle pagine finali Agron Xhanaj esprime un ringraziamento a chi ha condiviso il progetto e ha contribuito al suo approdo nei luoghi deputati alla modifica, tra questi, l’ex parlamentare bassanese Elisa Pozza Tasca.
Al di là dell’esito dell’iniziativa, e delle posizioni personali sulla proposta, questo libro dà voce alla presa in carico della comunità di eventi come questo, che troppo spesso sono oscurati dal senso del privato, o peggio finiscono spettacolarizzati col risultato di mettere in circolo solo un pietismo fine a se stesso.